Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu/119

LA BALLATA


DEL CAVALIER DISCORTESE




I.


Poi che il sol tramontò, poi che lontana
        piange la mesta squilla il dì che muor,
da ’l solingo veron la castellana
        4canta così alle stelle il suo dolor:

«Qui presso, tra due monti, è rimpiattato
        un castello che il sol mai non scaldò.
Il vento che vi spira è avvelenato,
        8Buco è il suo nome e se lo meritò.

Invece in faccia a ’l sol ride scoperto
        questo palagio mio cinto di fior.
Ride tra i boschi, ospitalmente aperto
        12ad ogni dolce peregrin d’amor.

L’altra notte vegliai su ’l mio balcone
        e vidi ne la valle un cavalier,
Oh, come bello! e con l’aurato sprone
        16il cavallo spingea lungo il sentier.