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Nè temer che soffra danno
     Il vezzoso pargoletto,
     Se lo bacia un zeffiretto,
     Che spirando intorno va.

Bacian l’aure mattutine
     Una rosa, una giunchiglia,
     Nè si turba o si scompiglia
     La lor gracile beltà.

* * *


Deh rivolgiti a i pastori,
     E vedrai su quelle irsute
     Brune carni la salute
     Vigorosa tondeggiar.

Sai perchè? Perchè il felice,
     Che a la greggia, o al campo nasce,
     Incomincia da le fasce
     L’aure schiette a respirar.