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Non si voglia imputarmi a peccato d’ingratitudine l’omissione della ristampa di una lunga e bellissima lettera del Co. Ab. Giambattista Roberti, che fregiava la prima edizione. Quella lettera fu riprodotta e a Bologna, e qui in Bassano fra le Opere Robertiane; e per quanto sia atteggiata di grazie, pure lo stesso aureo scrittore che la dettò, la definì per ischerzo una insalatina mista di erbette moltiplici. Egli sarebbe forse oggidì proclive alle mie preghiere di lasciarla andare disgiunta da un volumetto che vuol essere riguardato come un intatto mazzolino odoroso.

Avrebbe voluto l’egregio Autore che alcune altre cose fossero qui av-