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Pastorelle sventurate,
     Mie compagne nel dolor,
     Secondatemi, e stracciate
     Ogni nastro ed ogni fior.

Ricopritevi la fronte
     D’atro panno vedovil.
     Pianga il rio, si lagni il monte,
     E querelisi l’ovil,

E tu, Fillide, che a l’erta
     Di Sionne or volgi il piè,
     Non recando per offerta
     Bianco agnel, ma bianca fè;

Se l’immagine ti resti
     De le selve in mezzo al cor,
     Dì talora: o selve agresti,
     V’amai sempre, e v’amo ancor.

Vivi in pace; e questo giorno
     Consecrato a l’amistà
     Nel suo flebile ritorno
     Dolci pianti ognora avrà.