Pagina:Rime (Vittorelli).djvu/28


( 27 )

Al suo dilettissimo Amico Conte Sebastiano Vignola.


Vignola, io ti dipingo. Ecco l’aurora,
     Che si vede spuntar da la collina,
     E di soave luccicante brina
     Ingemma il praticel, l’erbe ristora.

Senti un garrir d’augelli, che innamora,
     Ebbri il petto di gioja mattutina.
     Mira qui l’arboscello, ivi la spina,
     Un che s’infronda, e l’altra che s’infiora.

Ve ve quel fonticel, che l’onda pura....
     Ma tu mi guardi, e nel tuo dolce stile
     Gridi: pingi l’Amico o la Natura?

Gentil Vignola mio, pingo d’Aprile
     Un ridente mattin, nè v’ha pittura,
     Che al tuo viso, e al tuo cor sia più simile.