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Al suo dilettissimo Amico Conte Sebastiano Vignola.
Vignola, io ti dipingo. Ecco l’aurora,
Che si vede spuntar da la collina,
E di soave luccicante brina
Ingemma il praticel, l’erbe ristora.
Senti un garrir d’augelli, che innamora,
Ebbri il petto di gioja mattutina.
Mira qui l’arboscello, ivi la spina,
Un che s’infronda, e l’altra che s’infiora.
Ve ve quel fonticel, che l’onda pura....
Ma tu mi guardi, e nel tuo dolce stile
Gridi: pingi l’Amico o la Natura?
Gentil Vignola mio, pingo d’Aprile
Un ridente mattin, nè v’ha pittura,
Che al tuo viso, e al tuo cor sia più simile.