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All’egregio Signor Conte Arnaldo Arnaldi Tornieri afflittissimo per la morte di una sua Sorella.
Vanne, o Colomba tenero - gemente,
Vanne ad Arnaldo, che sospira e piange;
E a la mensa fraterna in van sedente
Nè bee limpido umor, nè pane infrange.
Digli, che rassereni il cor dolente,
E lo squallore in allegrezza ei cange;
Che vive Idalba su l’empiro ardente
Tra la pudica marital falange.
E poi quando tramonta il sol vermiglio,
Se ne l’intime stanze aver puoi loco,
Cerca in quella d’Arnaldo un ripostiglio.
Ivi, gemendo in suon pietoso e fioco,
Fa ch’ei socchiuda il lagrimoso ciglio,
E fa che il sonno lo ristori un poco.