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tre Raccolte, e che non si comprendono in questa nuova edizione, io le rifiuto per mie, o mie non sono. Di fatti ebbi qualche volta il rammarico di vedere sovrapposto il mio nome a Sonetti non miei in certe Raccolte moderne, con istomaco di me stesso, e certamente con noja de’ lor legittimi autori, i quali mi avranno fatto reo di massimo furto e di solenne impudenza. Nè sarebbe male l’aggiungere, che avendo io fatti de’ notabili cangiamenti in alcune delle mie rime (secondo il parere di certi miei Amici, che io terrò sempre in luogo di maestri), la vera ed ingenua loro lezione è quella della edizione presente. Confido anche su questo proposito nell’amorevolezza vostra, e chiudo la lettera.
Dalla Villa il giorno 30. di Ottobre 1805.
Vostro buon Amico
Iacopo Vittorelli.
Iacopo Vittorelli.