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di cino rinuccini 5

     E ’l suo latteo petto e le mammelle,
     Che chi da lor si svelle,
     48Non può dolce sentire in alcun loco.
     Per onestà vo poco
     Trattar dell’altre parti ascoste, Amore.
     51Il suo soave andar saetta foco
     A chi ’l guarda nel core;
     Ond’io contento ciò ch’è maraviglia,
     54E spesso dico il suo fattor somiglia.
Fra divine bellezze Amore ha ascoso
     Un cor tanto gentile,
     57Con vago aspetto umìle,
     Da fare innamorar te, sommo Giove.
     Nel suo bel viso siede ogni riposo,
     60E ciascun atto vile
     Vi pere, sicchè simile
     Si vien d’ogni virtù, che da lei piove.
     63Negli occhi suoi, se avvien ch’ella gli muove,
     Si veggon cose ch’uom non sa ridire,
     Ma convienvi perire
     66Siccome occhio mortal nel divin sole.
     Con qual degne parole
     Potrei io mai ritrar la sua virtute?
     69Far nol so io, ma chi in un punto vuole
     Veder tutta salute,
     Guardi il miracol che dal terzo cielo
     72Produsse Dio quaggiù nel mortal velo.
Per lei son io, signor, venuto a tale
     Che or d’un sasso duro
     75Tutto mi trasfiguro
     E diveng’uomo e poi pallido amante.