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ballate 11

ch’ i’ fè con lei de l’amorosa vita,
20essendo già in sua nuova signoria.
Ella mi fè tanto di cortesia
che non sdegnò mio soave parlare,
ond’io voglio Amor dolce ringraziare
che mi fè degno di cotanto onore.
     25Com’i’ son scritto nel libro d’amore
conterai, Ballatetta, in cortesia,
quando tu vederai la donna mia,
28poi che di lei fui fatto servitore.


Questa ballata resta nella maggior parte dei codici da noi esaminati por questa edizione. Resta nei quattro codd. che hanno il maggior gruppo di rime di Lapo (Vat. 3214; Ashb. 479; Chig. l. viii, 305; Ricc. 2816) e nei codici derivanti dalla raccolta medicea (Laur. xc inf. 37: Parig. 554; Vat. 3213; Palat. 204; Marc. ix 292). Resta inoltre nel Triv. 36; Magl. vii. 7, 1208. Dal cod. Pucci la stampò il Fiacchi, da cui la derivarono il Valeriani e il Nannucci. Varianti dei codici e delle stampe:

1. V. dolci e; C. dolce il; chemmi; 2. C. che disia; 3. C. gentile; V. per kui; 4. V. posata;