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xxxviii | prefazione. |
trovi uno solo di quei vivi guizzi di luce che adornano gli alti sonetti e le gravi canzoni del Guinicelli. La chiusa della canzone: Amor nova ed antica vanitate, riescirà, come dice il Gabrielli, per una certa aria d’ingenuità che vi spira. piena d’efficacia, ma è ben diversa dalla stupenda stanza colla quale si chiude la canzone: Al cor gentil. E Lapo fu Guinicelliano appunto perchè seguì quella tendenza artistica, la quale fu innalzata al massimo splendore dal nobile dottore bolognese.
VI. Queste cose, alla buona e senza fronzoli, mi premeva far notare al mio dotto e gentile contraddittore, anche per confermare quelle che erano e sono le opinioni mie sulla nostra poesia primordiale. Sulla terza ed ultima serie delle rime del Gianni sono perfettamente d’accordo col signor Gabrielli: esse contengono vivi ba-