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    parlando a sensi tanto umilemente
    ch ogni mio spirit allora l saluta.
    Or anno le mie membra canosciuta
    di quel sengnore la sua grande dolçeçça
    e l cor con allegreçça,
    l abraccia poi che l fece uirtuoso.


Poiché gli altri codici che contengono questa ballata non presentano che una sola variante sostanziale (v. 7: veduta-venuta), io mi sono permesso queste varianti, pure procurando di non allontanarmi troppo dal testo: 1° ho sostituito all’u il v, ciò che mi pare permesso dai diplomatisti più severi; 2° ho ridotto a misura i versi, procurando di non variare la collocazione delle parole; 3° ho messi i segni ortografici che quasi sempre mancano nel codice; 4° il gruppo consonantico cho, gha, ngno ridussi alla forma più semplice di co, ga, gno; 5° la consonante palatina che il nostro codice esprime sempre col ç, sia pur essa