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prefazione xix

lezione del codice-base, correggendo, coll’aiuto di altri testi, quando la lezione sia evidentemente errata, procurando insomma di riprodurre le dolci rime di Lapo se non nella forma grafica in cui furono scritte, almeno nella lezione più approssimativamente giusta.

Un esempio varrà forse meglio a chiarire il sistema da me seguito nella riproduzione di queste rime, e scelgo perciò la ballata che col nome di Ser Lapo si legge nel Chig. l. viii. 305 a c. 68a e la riproduco nella lezione diplomatica:


Nel uostro uiso angelicho amoroso
    uidi li belli occhi e la luce brunetta
    che nuece di saetta
    mise pe miei lo spirito ueççoso.
Tanto uenne in su abito gentile
    quel nouo spiritel ne la mia mente
    che l chor s allegra de la sua ueduta.
    Dispuose giu l aspecto sengnorile