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canzoni. 59

ma la lingua non tace, mal parlando
di te e rimproverando cotal dono.
Morte, tu vedi quanto e quale io sono
90che con teco ragiono,
ma tu mi fai più muta parlatura
che non fa la pintura a la parete.
Oh! come di distruggerti ho gran sete!
chè già veggio la rete
95che tu acconci per voler coprire,
cui troverai o vegghiare o dormire!
     Canzon, gira’ne a que’ che sono in vita,
di gentil core e di gran nobeltate;
di che mantengan lor prosperitate
100e sempre si rimembrin de la morte,
in contastarla forte,
e dì che se visibil la vedranno
103ne faccian la vendetta che dovranno.


Fu pubblicata dall’Allacci come cosa di Cino da Pistoia, e poscia ristampata dal Ciampi o dal Fanfani; ma il Carducci non l’accolse però; e con molta ragione, tra le Rime di M. Cino da