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XX.


Messer, l'umilità donde parlate
     e quel che vo' appellate cortesia,
     mi vieta duramente e toglie 'l frate,
     e danne penitenza in fede mia.

Perch'a me par che mal mi consigliate
     dicendo ch'i' ritorni tuttavia
     a quella mala via di vanitate,
     ched e' mi dicie ch'è sì forte e ria.

Tuttoch'anche la sua è forte assai
     ed àmmi duramente ispaventata;
     ma pur non credo ricader già mai.

Non so ben là dov'io mi sono intrata:
     l'un m'iinpromette gioia e l'altro guai:
     se 'l me' 1 non prendo assai sarò malnata.


XXI.


Madonna, lo parlar ch'ora mostrate
     al tutto face che 'l mi' cor ublia
     onne vano penserò, e lo fermate
     ne la speranza dolce, in che disia.

Che 'n nulla guisa la vostr'amistate
     non chero aver, se non ch'onor vi sia.
     e se 'n cotal maniera me la date
     così son ricco com'esser cheria.

Ch'unqua, mia donna, tanto non amai
     cosa neuna, quant'io agi' amata
     vostra onoranza ed amo ed amerai.

Altro disio al mio cor non agrata;
     perchè dovete voi amar colai,
     dove d'onor vedetevi onorata.

  1. Meglio.