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Nella seconda canzone1 abbiamo ancora alcuni gruppi ch’erano dati da la prima, ma anche abbiamo un codice non ancora classificato: Mc. Il gruppo di Ca si mantiene intatto e ad esso si unisce Lk che non è accompagnato da Mq come nella prima canzone, ma dimostra di essere proveniente da due origini perchè questa canzone trovasi con una ballata molte carte dopo la prima. Il nuovo codice Me mostra una discendenza diretta da M’a, il quale con M’b rimane fedele a Cap¹. Rb è sempre unito a Mart e sempre meno puro, ma anche è in relazione con Cap¹, perchè com’esso manca di un verso2.
M’e sembra abbandonare del tutto il suo gruppo per unirsi a Ca: ma ciò non ha grande valore, dato che le varianti fra Mart e Ca non sono assolutamente profonde. M’e quindi ed Rb presentano origini di contaminazione. Rimangono primari ancora Ca e Mart, dovendosi però notare che Ca appare meno anziano e meno fedele di Mart per la lezione e per l’ortografia.
Di questo troveremo qualche prova maggiore nelle ballate. Lk, che ne porta una3, non si allontana nè pur per essa molto dal gruppo di Ca che conserva anche la unione con i suoi gruppi tranne con x5 il quale ha relazioni evidenti con UBa, che per altre rime è unito a Va. Da la ballata «Fresca rosa novella» si vede come UBa non possa provenire direttamente da Va, essendo in qualche luogo più fedele a Pe, codice antichissimo, che e per la giusta attribuzione della ballata a Guido e per la purezza della lezione acquista una massima autorità. Esiste però fra questi due codici Va, UBa una relazione intima, che si manifesta in una tendenza riammodernatrice. Si deve tosto notare che Ca4 resta, per tutte le rime contenute da Va, testimone di una tradizione un po’ diversa da questo, onde spesso si completano a vicenda. Ca ha nelle ballate un ordine notevole se lo si confronta con l’ordine che esse hanno nella tavola del libro Reale, dataci dal Colocci:
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il quale ordine non è in Va, mancante di varie di queste ballate, onde si deve ritenere l’origine di Ca anche remotamente diversa da quella di Va.
- ↑ Data dai cdd.: Ca, La, Lb, Lc, Ma, Pa, M’f, Pb, C, Cb, Cap¹, Cap², M’a, M’b, Lk, Mart, Me, Rb, M’e. — Seconda nell’edizione dell’Ercole, da cui traggo la numeratura d’ordine. È la canzone: Io non sperava che lo cor giamai.
- ↑ Il verso 52.
- ↑ Ballata: «Poi che di doglia cor conven ch’io porti».
- ↑ Il Caix (op. cit.) provò che nella generalità Ca proviene in parte da fonte comune a Pe, che Pe risente di una tradizione lucchese, che Va discende pure in parte da Pe, il copista del quale sembrerebbe pistoiese. A questi si dovrebbero quindi riportare alcune specialità come: presto, auselli. Sembranza è forma più letteraria su sembianza popolare per avversione a bl: però: biasmato per blasmato in Ca. Mirabol di Ca è forma più tarda di mirabil di Pe, Va, UBa.