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già esaminati e pure in relazione con Ca: nè vale contro questa affermazione il fatto che Rl in una variante si avvicina al gruppo: La, Lb, etc.1 più che a Ca. Strana è l’unione dei tre codici nel v. 7 e notevole2, perchè doveva dar origine ad una differente interpetrazione, discendendo la scrittura originale male divisa nei tre discendenti. Onde si deve ammettere un primo discendente da Ca, che portasse la scrittura «raggione» discesa poi con errata divisione da una parte nel generatore di Rl con l’aggiunta di altre varianti, e da l’altra nel generatore di Mc, Lm, rappresentatoci nella sua quasi assoluta purezza da Mc. Questo ultimo generatore aveva modificato il primo verso sopra un’altra tradizione. Quindi completeremo graficamente le relazioni di Ca così:

La tradizione, a cui nel primo verso s’unisce il gruppo Lm, Mc, è accettata nel commento di Dino del Garbo, rappresentato dai codici: Ce, Mm, Lh, Lb², Ma², Rh3. Notiamo subito che precisamente in questo primo verso4 Rh si stacca dal gruppo, ma come eccezione, perchè non pochi luoghi comuni stringono tutti questi

  1. Ca, Mc, Lm: opposta natural — Rl: naturale opposta — La, Lb, etc.: natural opposto. Rl quindi rappresenterebbe la prima mutazione di Ca, da cui vennero le altre modificazioni.
  2. «a tal raggio ne» invece che «a tal ragione».
  3. Come si è già detto Lb², Ma² indicano la seconda copia della canzone nei mss. Lb, Ma. Mentre Ce, Lb², Ma², Mm portano il nome dell’opera di D. del Garbo nel volgarizzamento di Jacopo Mangiatroia, Lh dà il nome di Egidio Colonna. Esso però differisce nella lezione da tutti gli altri commenti del Colonna e porta nella rubrica (vedi: descrizione) le stesse parole che servono di prefazione ai commenti di D. del Garbo volgarizzato dal Mangiatroia: si deve quindi ritenere arbitraria l’attribuzione del commento a frate Egidio. Anche le varianti parziali lo uniscono ai commenti di D. del Garbo (vedi più sotto la nota).
  4. La differenza sta in questo. Questi codici leggono: «che io deggia dire» - mentre tutti gli altri danno: «perch’io voglio dire» - Ce porta: «perchè io deggia dire». Il trovare questa variante in Mc. Lm di origine parallela a Ca e quindi probabilmente del sec. XIV, quando sappiamo che Dino del Garbo morì nel 1327 (Villani: Cronica, X, cap. 41) ed anche il Mangiatroia visse in quel secolo (A. Zeno: Note alla Eloquenza italiana del Fontanini, vol. 2°, p. 4, Parma, 1804) e l’osservare che poi i codici del commento si staccano da Mc, Lm, ci traggono al dubbio che questi due codici rappresentino la prima formazione del deggia nel primo verso, mutazione accettata dal commentatore, sebbene egli si servisse per la massima parte di una lezione originariamente lontana da Mc, Lm. Si noti poi anche che in Mm, Ce, Lh, abbiamo le strofe sparse nel commento, mentre in Lb², Ma², sono raccolte prima che cominci l’interpetrazione, il che (essendo Lb², Ma², raccolte esclusive di rime di Guido) dimostrerà che in Mm, Ce, Lh, è l’origine di questa parte di Lb², Ma², parte aggiunta a quella che i due cdd. tolsero dal gruppo di Ca. Se si osservi poi che Ce porta: «perch’io deggia dire» e non: «che io deggia dire» degli altri commenti, più simile in ciò a la prima lezione, si dovrà vedere in Ce il primo passo nella lezione di D. del Garbo, perchè data la prima mutazione «deggia», era naturale mettere: