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VIII.

Sonar bracchetti, cavatori izare,
     lepri levarsi, ed escridar le genti,
     e di guinzaglio uscir veltri correnti,
     per bella piaggia voler imboccare,

assai credo che deggia dilettare
     libero core ed uom d’intendimenti;
     ma fra gli amorosi pensamenti
     da uno son schernito in tal affare,

e dicemi sto motto per usanza:
     — Ecco la leggiadria di gentil core
     per una sì selvaggia dilettanza

lasciar le donne e lor gaia sembianza —
     Allor, temendo non lo senta Amore,
     prendo vergogna, onde mi vien pesanza


Ca lo dà a Dante con lezione più pura; esempi: aitare, isgridar, volger e ’nboccare, van d’intendimenti, ed io (v. j), esto motto


IX

Tutto lo mio desio aggio en lo flore,
     e la speranza mia in lei ho posto
     però che delle donne è lo fiore;
     sempre ad ella in amor m’ho posto

Chè’l cor suo in gioia sempre flore,
     però’ l mio ben in lei ho riposto
     sì, ch’altra donna amar non curo un fiore,
     se non in lei servir m’aggio proposto

Tanto in lei penso che non so che faccia,
     poi che di tutte l’altre è la più gente:
     lo mio cor e la mente a lei si danno

Che quando appare sua lucente faccia
     rende gioioso ognun che a sua gente:
     dunque s’io servo non me ’l segno a danno