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IV.

Lo gran tormento che’nseme paterno,
     gentil Madonna, perchè adiviene?
     Io v’amo e voi m’amate e’nseme senio
     d’uno volere e pur vi verno in pene

Lasso tapino me! perchè dolemo
     poi che siam d’un voler e d’una spene?
     Certo, Madonna, che mal provedemo:
     ad occider l’un l’altro non sta bene

Ma veramente credo indivinare
     la cosa che ne fa la pena avere,
     ciò è lo gran tormento che paterno,

che l’uno all’altro si dotta parlare;
     ma chi ben ama non deve temere
     Ben a ragione se’ ntrambi peremo


V.

Non posso più soffrir tanto martire
     com’ho sofferto per voi, Donna mia;
     ched io fui sempre fermo ad ubbidire

Che troppo fora dura cosa a dire
     s’io pur penasse avendo zoia mia;
     che le soverchie pene fan morire
     lo bon amante ch’ama far follia

Onde vi prego che ponete cura,
     che ’ntrambi siam biasmati senza cagione
     di quella, che paterno, pena dura

Perch’ogni giorno vien dritta staggione
     da coglier quella rosa di verdura:
     però dimando d’amor guidardone