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Sonetto.
Certo non è de lo ’ntelletto accolto
quel che staman ti fece disonesto;
or come, già men dico presto,
4t’apparve rosso spirito nel volto?
Sarebbe forse che t’avesse sciolto
amor da quella ch’è nel tondo sesto?
o che virazo t’avesse richesto
8a por te lieto ov’i’ son tristo molto?
Di te mi dole, di me guata quanto
che me ne fiede mia donna a traverso,
11tagliando ciò ch’amor porta soave.
Ancor dinanzi m’è rotta la chiave
del suo disdegno nel mio core verso,
14sì che n’ò l’ira ed allegrezza e pianto.
Essendo questo sonetto dato da Ca e dai suoi seguaci soltanto, i quali hanno un valore critico nullo e portano varianti arbitrarie, io mi limito a dare la trascrizione di Ca, constatando che il sonetto ha allusioni oscure, le quali forse furono causa della inquinata lezione.