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Sonetto.
S’io prego questa donna che pietate
non sia nemica del suo cor gentile,
tu di’ ch’io sono sconoscente e vile
4e disperato e pien di vanitate.
Onde ti vien si nova crudeltate?
Già risomigli, a chi ti vede, umile
saggia ed adorna ed accorta e sottile
8e fatta a modo di soavitate.
L’anima mia dolente e paurosa
piange ne li sospir che nel cor trova
11sì, che bagnati di pianto escon fore.
Allora par che ne la mente piova
una figura di donna pensosa,
14che vegna per veder morir lo core.
Va primario e la tradizione vicina di A, M’a, M’b. Differenze insignificanti.