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l’Orlandi a Guido.
Per troppa sottiglianza il fil si rompe
e ’l grosso ferma l’arcone al tenero:
e, se la sguarda non dirizza al vero,
in te forse t’avven, che se ripompe.
E qual non pone ben dritto lo sompe,
traballa spesso non languendo intero
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ch’amor sincero non piange nè ride:
in ciò conduce spesso uomo o fema,
per segnoraggio prende e divide.
E tu ’l feristi e nolli parla sema.
Ovidio leggi; più di te ne vide.
Dal mio balestro guarda ed aggi tema.