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A Guido Orlandi.


La bella donna, dove amor si mostra
     ch’è tanto di valor pleno ed adorno,
     tragge lo cor de la persona vostra
     4e prende vita in far con lei soggiorno.

Perch’à sì dolce guardia la sua chiostra
     che ’l sente in India ciascun lunicorno:
     e la vertù de l’arma à fera giostra:
     8vizio pos dir no i fa crudel ritorno.

Ch’ell’è per certo di sì gran valenza,
     che già non manca in lei cosa da bene,
     11ma’ che natura la creò mortale. *

Poi mostra che ’n ciò mise provedenza
     ch’al vostro intendimento si convene
     14far perconoscer quel ch’à lui sia tale.

Ca e Va codd. autorevoli Non intendo perchè l’Ercole sia andato a ricercare un commento tanto strano a questo sonetto. Mi pare sia facile intenderlo. Mantenendo la forma intatta di Ca, io leggo così i versi 7 ed 8, mettendo «arma» per «alma» di Va con il comunissimo scambio delle liquide da «an’ma». Interpreto: «la virtù dell'anima nella vergine sostiene fiero combattimento, ma puoi o posso dire che il vizio non vi fa crudel ritorno».

* Così Va: il «creatura» dà senso più scarso e più facilmente appare correzione di «ma che natura» di non facile interpetrazione, piuttosto che il contrario. Il senso ne acquista così: «Ella ha ogni cosa perfetta, fuor che natura la creò mortale: pure anche in ciò mise una provvidenza».