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XL.
l' sì mi tengo, lasso, a mala posta
(or ecco il fatto) e sonvi per lo fermo
a tal, che non mi vai neuno schermo,
e assalito son da ogne costa.
E non mi dànno i miei nemici sosta
perchè fedito veggianmi ed infermo:
ned io medesmo non mando a Palermo
per tal dolor sanar, che tanto costa.
Ch'anzi mi sforzo pur de li contrari:
e quanto posso tuttor traggo a essi
ed e' così mi pagan de la via.
Trovar non posso in alcun cortesia,
ed io dolente i miei spiriti messi
tutto tempo aggio in far d'amor suo gradi.
XLI.
I' ragionai l'altr'ier con uno antico
lo qual mi disse: — amico frate, guarti
né amore non seguir né le sue arti,
che lui seguendo rimarrai mendico.
E 'ntendi, — disse que' — di ch'io ti dico,
del cuore e de l'aver, se non ti parti
del loco, ove se' miso e vuogli starti
così soletto servo al tuo nemico. —
Sì ch'io, udendo lui ciò dire, intesi;
ma non vi puosi lo coraggio guari
com 'om che à la testa assai leggiere.
Ma tutto il senno, m'abbia ben mestiere,
no 'l voglio né acquisto di danari,
tanto com'amo e vo' l'amor ch'i' presi.