Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
77 |
AL SIG. FRANCESCO NORI.
Felicissimo esser lo stato mediocre, e privato.
Canzonetta Morale V.
Regger volendo (mal accorto Auriga)
Fuor del mezo sentier l’aurea quadriga
Arse la terra, e fulminato giacque.
Quegli, che osò con l’incerate penne
Spinto da folle ardir poggiar tropp’alto
Cadendo fece il memorabil salto.
L’altro nò, che più basso il camin tenne.
Guida Nocchier gran Nave, e ’l salso Regno
Tutto cercando, vien da l’onde absorto.
Salvo è colui, che non lontan dal porto
Và radendo il terren con picciol legno.
Di caduta mortale oppresso rade
Volte vedrem chi per lo pian trascorre.
Ben quei si muor, che da sublime Torre,
O d’alto Monte ruinofo cade.
Se ’l nostro sguardo penetrar potesse
De i Re, c’huom chiama lieti il cor appieno
Vedrebbe alhor come sovente sieno
L’alte Magion da gran tormenti oppresse.
Gentil mio Nori à che procuri stanza
Trà tanti fasti? pur gli studi accorti
Gli huomini fan. non fai, che ne le Corti
Più fallace, che altrove è la speranza?
Quivi |