Sol’ à Febo homai dir lice
Di que’ frutti, che promette
Questa Pianta alma, e felice.
Frutti, ond’anco alte vendette
Senta il Mondo contra gli empi,
Che di lui fer tanti scempi.
Di quai gemme splenderanno
Ricche Mitre à novi figli?
Qual hauran perpetuo danno
Del rìo Trace i fieri artigli?
L’empie sette à Dio rubelle
Fien per lor di Christo ancelle
D’ Alessandro i fregi sparsi,
D’ Alessandro honor di Marte
Scorgo in questi rinovarsi;
Onde Pindo in mille carte
Di sì degne, e ben nat’alme
Scriverà l’egregie palme.
Ecco il Tebro disacerba
Doglie antiche, e Roma altera
Già d’Heroi madre superba
Qual favor, qual gioia spera?
Ben sarà, ch’ella al fin torni
A l’honor de’ primi giorni.
Stelle ardenti, Gigli illustri
Man Celeste insieme stringe;
Per cui fia, che un dì s’illustri
Quanto ’l Mar d’intorno cinge;
Per cui fia, che l’aurea etate
Faccia ancor l’alme beàte.
Ne la mente ciò mi scrisse,
Ciò mi disse l’alta Musa,
Che mentir giamai non usa