Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
60 |
Ed ella, ahi falso hor vivo ti vegg’io;
Nè m’ami (ohime) nè del mio duol ti duole.
Son questi i giuramenti, e le parole
Onde ingrato allettasti il mio desio?
Più del Sol non risplenda il chiaro lume,
Maggio di vaghi fior più non s’adorni,
Che vivo è Tirsi, e Fillide non cura.
Sì rimembrando gli amorosi scorni
L’afflitta Ninfa di morir procura
Distillando per gli occhi un caldo Fiume.
MAD. XXIIII.
Armar di strali un die
La delicata mano;
E disse alhor, perche non trovin pace
Amor le angosce mie
Fiero porgi quell’armi, e non in vano
A quella man, perch’emula de gli occhi
Dentro a l’anima mia saette scocchi.
MAD. XXV.
L’interna doglia mia tù pur vuoi fiera
Mia leggiadra Guerriera,
Ch’io taccia, il nome tuo, che ’l mio dolore
Chiuda sempre nel core.
Io soffro, e taccio sì. ma che poss’io
Se la doglia discopre il volto mio?
E ’l pianto non sò come
Forma Silvia cadendo il tuo bel nome.
SO- |