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All’Illustre Signor

FRANCESCO DURANTE.


Che Amore cagiona travagli, e spesso morte.

Canzonetta Morale III.


A
L suon de l’aurea tua cetra gli amori

De la bella Ero, e del Garzon d’Abido
     Narra tù Musa, e del gran caso il grido
     Desti pietà ne i più selvaggi cori.
Dì come di Ciprigna il giorno festo
     Lieto chiamò da le natìe contrade
     Le Genti, e d’ogni sesso, e d’ogni etade
     Ad honorar la bella Diva in Sesto.
I notturni Himenei, che varcar l’acque,
     Le oscure nozze, che giamai l’Aurora
     Non vide; il nuotator furtivo honora,
     Ero, & Amor cui di dormir non piacque.
Era ministra la bellissima Ero
     Del Tempio; hor mentre à le sant’opre intesa
     Lodata passa; indi ne resta accesa
     L’alma, che ferve entro viril pensiero.
Ma più d’ogn’altro arde à Leandro il petto;
     Arde, e sol può de la Donzella altera
     Scaldar il core, e con humil preghiera
     Chiese, ed ottenne il marital suo letto.
Ritorna lieto al suo patrio soggiorno,
     E come stabilito havean trà loro
     Bramoso attende, che i be’ raggi d’oro
     Nasconda Febo, e porti altrove il giorno.


Ecco