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MAD. XIX


D
Opo la pioggia del mio pianto amaro

Come sovente ei suole
     M’apparve il mio bel Sole
     Più de l’usato chiaro:
     Al cui raggio improviso
     Di più colori mi si tinse il viso;
     Ond’Iride novella io son’ intanto
     In virtù del suo lume, e del mio pianto.


SONETTO XLIX.


Q
Uando alluma nascendo il Sol la terra,

E l’horror de le tenebre sparisce,
     S’allegra il bosco, e ’l prato rifiorisce,
     Ride la rosa, e l’ostro suo disserra;
Ma s’ei s’avanza, e quasi armato in guerra
     Vibra ’l raggio possente, e ’l suol ferisce
     Ella, che già ridèa mesta languisce,
     E l’ostro cade impallidito à terra.
Così chi diede pur vita, e vaghezza
     Dianzi al purpureo fior cangiando tempre
     D’honor lo spoglia, anzi fà sì, ch’ei muore.
Tal pria nascendo entro ’l mio seno Amore
     Sparse l’anima, e i sensi di dolcezza
     Cresciuto hor fà, che ’n troppo ardor mi stempre.


SCHERZO II.


I
O credèa, che trà gli amanti

Solo i pianti,
     Sol l’angosce, sol le pene
     Senza spene fosser quelle


D          Rie