Pagina:Rime (Andreini).djvu/51


39


     Ma forse (ohime) sarei
     Men securo in tal guisa; che costei
     Mi struggerebbe con l’ardente sguardo;
     Dov’hor s’io ardo non mi struggo almeno,
     Che vitale è l’ardor, ch’io chiudo in seno.


MAD. XV.


A
L’apparir del Sole

La neve in liquid’onde
     Per sua natura distillar si suole.
     Io (lassa) quando il mio bel Sol s’asconde
     Verso da gli occhi tanto
     Humor, che tutta mi distillo in pianto.


Sestina I.


M
isera pria sarà calda la neve,

E sorgerà dal Mar Febo la sera,
     E fiori produrran le secche piante,
     Ed Echo sarà muta à gli altrui versi,
     Che la nemica mia contraria sorte
     Resti un dì sol di tormentarmi il core.
Nè fia mai, che la fiamma del mio core
     Tempri di quell’altier la fredda neve.
     Piangerò dunque (ahi dispietata sorte)
     Da un’alba à l’altra, e d’una à l’altra sera;
     E con gli afflitti miei ruvidi versi
     Andrò noiando e Fere, e Sassi, e Piante.
Tante frondi non son per queste piante
     Quant’io porto saette affisse al core;
     Nè fede può, nè servitù, nè versi,
     Nè l’arder (lassa) à la più algente neve,
     Nè ’l vedermi languir mattino, e sera
     Far, che’ei muti pensiero, io cangi sorte.


C     4          Per-