Che nel Regno d’Amore
Mille piacer non vagliono un tormento.
Flori.Anzi pur nel suo Regno
Un sol piacer mille tormenti appaga,
E se come se’ vaga
Saggia sarai, del tuo fedel Alcone
I giustissimi preghi
Non sarà, che tù sprezzi.
Forsè dirai, ch’ei non sia bello, e ch’egli
Non t’ami, e non sia, ricco,
Non saggio, e scaltro à par d’ogni Pastore?
Tacendo in chiusa fiamma ei si consuma:
Ma bench’ei taccia, parla,
Parla ben la sua guancia scolorita
Quasi del mesto cor tacita lingua.
Ben si legge ne gli atti, e ne’ sembianti,
Ch’egli è servo d’Amor; ma tù crudele
Sorda, e cieca altrottanto
Quanto se’ bella, e fiera,
E non odi, e non vedi,
E quel, ch’è peggio al suo martìr non credi.
Gala. Folle è ben chi si dona
A quei primi sospiri, à quegli sguardi,
A quelle artate prime lagrimette,
A quell’incendio primo
Di vagante Pastore;
Che con arte sospira,
Con arte langue, parla, prega, e piange.
Floribia finto amor destar non deve
In un casto pensier vera pietade.
Flori.Finto chiami l’ardore
Di chi ardendo si muore?