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Vieni, e d’invidia fà, che muoian quelle
A cui più che Natura è l’Arte amica;
Però che dipingendo
E le guancie, e la fronte,
E la bocca, e le ciglia, e ’l collo, e ’l petto
Occultano il difetto
Di Natura, e del Tempo;
E son bugiarde, e finte
Nel sembiante, ne i detti, e più nel core.
Gradisci le mie voglie,
Nè render vane le speranze mie,
Poiche ’n te sola spero.
Eleggi qual più vuoi d’animo pronto
Offerta vera; e per pietà sia questo
Giorno in cui tutti i miei pender ti scopro
O de la vita, ò de la doglia il fine.
Ma più giusto saria,
Ch’ei fosse lieto fin del mio martìre,
E soàve principio al mio gioire.
NIGELLA EGLOGA V.
Argomento.
Coridone Pastore.
Coridone pensoso,
Ed à l’erranti fere, à i cavi sassi
Dicèa |