Premer il dorso, e di pregiate spoglie
Ornarmi tutto, e di soavi odori
Carco porger à gli Indi
Invidia, ed à i Sabèi.
A te farei vestir porpora, ed oro;
E le tue bionde chiome
Neglette ad arte havrien di fiori in vece
Per ornamento bella schiera eletta
Di ricchi fregi; ambe le orecchie poi
De le conche orneria parto felice;
E del bel collo à l’animata neve
Risplenderia per molte gemme acceso
Ricco monile; ond’altri staria in forse
Qual fosse in lui maggior ricchezza, od arte.
Fiammeggiante rubin la bella mano
Ingemmeria; così pomposa altrui
Sembraresti più bella, che beltade
Cresce talhor per ornamento industre.
Di bellissime ancelle humil corona
A riverirti ogn’hor pronta vedresti;
Nè brameresti invano
E le pompe, e i diletti
Onde ne le Città vanno superbe
Le Donne illustri. musici stromenti,
Voci canore, quando unite, e quando
Disgiunte, quel piacer, che i grandi alletta
Darianti; ed haveresti in somma quanto
Ponno dar le Città più ricche in terra.
Nè vergognar ti dei
(Quando al mio ragionar l’animo pieghi)
D’habitar la Cittade,
Perche Pastor noi siamo; e qual è al Mondo