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Anzi à morte se n’ corre lagrimando
Chiunque vive mortal cosa amando.
Qui seguono alcuni sonetti scritti da diversi all’Autrice,
con le risposte della medesima.
DEL SIG. GABRIELLO CHIABRERA.
SONETTO CLXXI.
Isabella imitava alto furore;
E stolta con angelici sembianti
Hebbe del senno altrui gloria maggiore;
Alhor saggia trà ’l suon, saggia trà i canti
Non mosse piè, che non scorgesse Amore,
Nè voce aprì, che non creasse amanti,
Nè riso fè, che non beasse un core.
Chi fù quel giorno à rimirar felice
Di tutt’altro quà giù cesse il desìo,
Che sua vita per sempre hebbe serena.
O di Scena dolcissima Sirena,
O de’ Teatri Italici Fenice,
O trà Coturni insuperabil Clìo.
Risposta.
SONETTO CLXXII.
Mè stolta fà de l’altrui senno altera
Vittrice, ond’è, ch’ogni più dotta schiera
Furor insano alto saver appella.
Queste mie spoglie, il canto, la favella,
Il riso, e ’l moto spiran grazie; e vera
Fatta (pur sua mercè) d’Amor guerriera
Avento mille à i cor faci, e quadrella.
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