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Deh vieni, e teco adduci
I tuoi ministri, che con l’ombre loro
Co’ mendaci fantasmi à gli occhi miei
Mostrin le amate luci,
E ’l bel sembiante di colui, ch’adoro,
Per cui l’alma perdei.
Deh Sonno pria, che ’l Sole i lumi altrui
Apra, serra pietoso questi dui,
E chiusi mirin pio
Lui, ch’aperti mirar soglion sì rio.
Canzon io chiamo il Sonno, e non m’avveggio,
Ch’egli dormendo stassi,
E non ode i miei preghi afflitti, e lassi.
MADR. I.
Qualhor’ à me volgete
Gli occhi sereni, mi giurate poi,
Che d’amoroso ardor vi distruggete.
Fatto son’io di voi specchio verace;
E come i raggi suoi rifletter suole,
Se specchio tocca in se medesmo il Sole:
Così di voi la Face
In voi ritorna, e voi medesma sface.
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