Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
183 |
MAD. CXII.
Ond’io vissi piangendo
Lassa non men che ardendo;
Nè fia, ch’io senta più d’amor tormento
Se di novo Prometeo non riforma
Del cener tuo la tua leggiadra forma.
MAD. CXIII.
Ch’io vidi il vostro volto,
Ben vidi in esso accolto
Splendor d’alta beltade, e ’n lui soggiorno
Far le Grazie, e gli Amori;
Ma i miei dolori per mia cruda sorte
Già non vid’io, nè la mia fiera morte.
MAD. CXIIII.
Senz’herbe i prati, e senza frondi i boschi
Veder à mez’Aprile,
E ne l’estate ardente
Trarne Febo i gran dì torbidi, e foschi;
Così strano saria, che tua beltade,
E la tua verde etade
Senz’amor fosse. hor, che l’età ’l consente,
E beltà lo richiede, ardi mio core,
Ardi dunque Amarilli, ardi d’amore.
MADR. CXV.
In cui Silvia mio Sole,
Sol, ch’avampar mi suole
In disusata foggia
Specchiarsi hà per costume:
M 4 Fuggi |