O del mio core spene
Dunque sopisci tù l’aspre mie pene.
Già gli Animai pur tutti
Questi si stanno e le noiose cure
Poste in oblìo si posan nel tuo seno;
Io trà sospiri; e lutti
Ne i freddi horrori, e ’nfrà le larve oscure
Onde l’aer’ è pieno
Ardo infelice; e già la notte è scorsa
Oltre ’l meridian termino, e l’orsa
Sparisce à rai del Sole,
Nè de l’aspro mio duolo ancor ti duole.
Ahi solo aperti al pianto
Staranno gli occhi miei mentre à viventi
Chiuderalli dolcissima quiete?
Sonno deh perche tanto
Tardi à recar conforto à miei tormenti?
Per me l’onda di Lete
E secca dunque? ò Sonno à le mie doglie
Pon fine homai, se la tua bella moglie
Con dolcissime tempre
Nel foco del tu’ amore avampi sempre
Gradito ozio de l’alme
S’à le mie voglie ti dimostri amico.
Ti prometto l’augel nunzio del giorno
Sacrar con queste palme.
A te solo fia dato un’antro antico
D’edera cinto intorno,
Ove prender potrai dolce riposo.
Di papavero grato, e sonnacchioso
Havrai corona vaga;
Dunque col tuo venir mia mente appaga.