Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
162 |
SONETTO CXL.
E ’n raccontando i miei passati danni
Amor con novi insidiosi inganni
L’imagin vostra entr’al mio petto imprime.
Quella muta pietà, che ’l volto esprime
Cagion n’è (lassa;) e questa à i primi affanni
Mi chiama sol, perch’io piangendo gli anni
Tragga in dolore, e i miei sospiri in rime.
Ben conosceva Amor, che l’alma avezza
A le sue frodi, havria fuggito il ciglio
Ove l’havesse da lontano scorto:
Quand’ei d’aspri tormenti fabro accorto,
Perch’io sia preda del crudel’ artiglio
Fà ministra Pietà di sua fierezza.
MAD. XCIII.
Serpe crudele, e rìo,
Serpe à la Terra infesto,
Che con lo sguardo strugge,
Che con lo sguardo ancide ogn’un se n’ fugge
Fuggi pur tù cor mio,
Fuggi mio cor s’hai del tuo ben desìo.
MAD. XCIIII.
Amor sola cagion de’ miei gran mali;
Perche quando in me scocchi
I tuoi pungenti strali
Non faccia schermo al core,
Nè veggia il colpo, e pur senta il dolore.
MAD. |