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All’Illustriss. & Reverendiss. Sig.
CARDINAL S∙GIORGIO
CINTHIO ALDOBRANDINI.
SONETTO CXXVII.
Sentì misto di gioia un puro affetto
D’honestissima fiamma aprirmi il petto
Alzando i miei pensieri oltre ’l costume;
Onde lieta sperai d’erger le piume
La’ vè ’n grembo a la gloria hanno ricetto
Le tue gran lodi; ma natìo difetto
Me l’ vieta perch’ardendo io mi consume,
Ben d’egregio desir pregiata Face
M’avampa il cor, ma d’Aganippe i’ veggio
Le sorelle per me gelate, e mute.
Hor sappia il Mondo almen (ch’altro io non chieggio)
Che dolce ogni mio spirto infiamma, e sface
Non tua porpora nò, ma tua virtute.
SONETTO CXXVIII.
Ci scopre il Sol, ride la Valle intorno,
Il Colle appar d’ogni vaghezza adorno,
E verdeggian de’ Fiumi ambe le sponde.
Ma quando ei corre à rinfrescar ne l’onde
I suoi Destrier portando altrove il giorno
Riceve il Mondo ingiurioso scorno,
E tutte alhor le sue bellezze asconde.
Così quando ’l mio Sole à noi scoperse
De’ suoi begli occhi il raggio almo, e sereno
Il tutto bello, à meraviglia apparve.
K 2 Giunto |