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Al medesimo.
SONETTO CXXIII.
Superbo in vista, e d’human sangue tinto
Hor per te giace di catene avvinto
O famoso, ò fortissimo Guerriero.
Non più gode di Morte il tetro Impero,
Che ’l Furor, e ’l litigio è ’n fuga spinto,
E di Palma, e d’Olivo il capo cinto
Move la Pace il suo trionfo altero.
Ond’hor, c’hai vinto, e la Fortuna, e ’l Tempo
Ben puoi trà liete pompe, e dotte Scene
Parte impiegar de’ tuoi pensieri illustri.
Così vittoriosa in altro tempo
L’alta mente chinando à giochi industri
Provò giusto diletto Argo, e Micene.
Alla molto Reverenda Madre
DONNA CLAUDIA SESSA
Eccellentiss. nel Canto, e nella Musica nel
Monasterio della Nunziata di Milano.
SONETTO CXXIIII.
Spiegar il volo, o ’n fier Leon cangiarsi,
O ’n ameno terren pianta fermarsi,
O ruscello vagar trà i fiori, e l’herba;
Brami chi vuole à la stagione acerba
Per non arder d’amor di ghiaccio farsi,
O ’n quella dura selce trasformarsi,
Che l’incognita fiamma in se riserba;
Cheg- |