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All’Illustriss. & Reverendiss. Sig.
CARDINAL S∙GIORGIO
CINTHIO ALDOBRANDINI.
SONETTO CXIX.
Pastor d’Anfriso, chi dator del giorno,
Chi de gli orbi celesti il lume adorno,
E pur sempre è l’istesso amico Sole;
E se nube talhor contraria vuole
Far à’ bei raggi temerario scorno
Ei disgombrando il tetro horrore intorno
Mostra pur sue bellezze altere, e sole;
Così ’l nome cangiar non gli contende
La propria forma, nè mirar si toglie
Suo lume ancorche da le nubi oppresso.
Dunque benche tù muti, e nome, e spoglie
O mio Cinthio, ò mio Sol pur se’ l’istesso,
E tua chiara virtute à noi risplende.
SONETTO CXX.
Miseramente, havessi i lumi intesi
A i vostri dolci sguardi occhi cortesi
A qual gioia potèa mia speme alzarsi?
Ditelo voi, che d’eloquenza sparsi
Portate i raggi in divin foco accesi;
Voi, che fate in amor l’opre palesi,
Ond’altri amando può beàto farsi.
Sol io dirò, che ’l primo incendio à vile
Havuto havrebbe il cor, se dato m’era
Luci d’arder per voi ne’ miei prim’anni.
Ah |