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     A lagrimar son volti
     Homai tutti i mortali;
     Ma ben che un largo fonte
     Versi ogn’huom da la fronte
     Le lagrime non vanno al duolo eguali;
     Nè basta humano accento
     A sfogar quest’interno aspro tormento.
Qui chiuso posa ò Viator gentile
     Di Laura il nobil velo
     Sparsa in terra è la fama, e l’Alma è ’n Cielo.


Nel medesimo soggetto.


SONETTO CVIII.


Q
Uanti trofei già d’arme vaga, e quanti

Guerrier togliesti à noi d’alto valore
     O Morte? e quanti al bel Regno d’Amore
     Fiera involasti pellegrini Amanti?
Talhor gemme predasti, e regi manti,
     Incendesti Città vaga d’ardore,
     Bramosa poi di lagrimoso humore
     Di mille occhi bevesti i larghi pianti;
Chi la strage, c’hai fatta di beltade
     Sperando d’abbellirti dir potrebbe,
     E de i cari à le Muse illustri ingegni?
E vaga pur di fregi alteri, e degni
     Un Lauro hai svelto à questa nostra etade,
     Che Tessaglia, nè Sorga un tal non hebbe.


Nel-