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Deh s’avvien mai, ch’Amor giunger mi faccia
Là vè Febo hà per voi luce maggiore
Almen per breve spazio il mi rendete.
SONETTO CVII.
O più d’ogn’altro dispietato, e rìo?
Ah perche non m’ascolti? hor brami, ch’io
Veggia del viver mio l’ultimo Sole?
Non odi, ch’al mio duol si lagna, e duole
Ogn’Antro, e piangon l’herbe al pianto mio?
Sdegnerai crudo queste, c’hor t’invio
Non senza alti sospir rose, e viole?
Animo fiero tù più tosto brami
Seguir de l’Appennin l’insane belve,
Che gradir me del vago tuo sembiante.
Deh lascia anima mia l’ombre, e le selve
Sì, ch’io non viva sconsolata amante;
O m’uccidi, ò m’insegna, ond’io disami.
In morte della molto Illust. Sig.
LAURA GUIDICCIONI LUCCHESINI.
CANZ. IIII.
In dubbio hai posto il Mondo
Qual fosse in te maggior senno, ò beltade
Porgi, deh porgi aìta
Al mio dolor profondo.
Da quelle ov’hor ti stai sante contrade
Sfavilla per pietade
Un |