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AL SIG. OTTAVIO RINUCCINI.


Che Maravigliosa è la forza della Poesia.

Canzonetta Morale IX.


O
Ve trà vaghi fior nascosto è l’Angue

Passa Euridice, e ’l fuggitivo piede
     L’empio col dente venenoso fiede:
     E tanto è ’l duol, ch’ella ne cade essangue.
Tosto, ch’Orfeo l’inaspettata morte
     Di lei, ch’amava sì misero intende,
     D’angoscia colmo, e di pietà, discende
     De l’empia Dite à le dannate porte.
Per la negra palude horrida barca
     Piena gli appar di lagrimoso stuolo
     D’alme infelici, e Nocchier vecchio, e solo,
     Che ’l pelago infernal securo varca.
E latrar con più gole il Can trifronte
     Ode, cui fiera tema il petto assale
     Visto trà morti huom vivo. à novo male
     (Par dica) havrà per mè quei le man pronte.
Con maestà terribile discopre
     Pluto seder de l’atra Reggia in mezo,
     Che torvo mira nel solfureo lezo
     Color, che pari hanno le pene à l’opre.
Hor s’affisa à i Centauri, ed hor le ciglia
     Drizza à colei, che và con l’altre Suore
     Di nostra humanità filando l’hore,
     E tutta mira al fin l’empia famiglia.
I negri Spirti de la notte oscura
     Stupidi stanno, e saper brama ogn’uno,
     E più ’l gran Rè di lagrime digiuno
     Quel, che l’ardito giovene procura.


H     4          Poi-