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     Honorata, e giustissima mercede
     Di prove memorande, e gloriose.
Tant’hà forza il valor; ond’io discerno.
     Famoso Henrico la tua egregia spada
     Trà gli alti alberghi aprirsi homai la strada
     Fatta di chiare stelle un segno eterno.


AL SERENISS. RANUCCIO

Duca di Parma, &c.


SONETTO CI.


Q
Ual m’agita furor? qual ne la mente

Mi ragiona pensier? quai voci ascolto
     Sonar per l’aria? quanto insieme accolto
     Scorgo valor? qual veggio Heroe possente?
Veggio guerrier d’alta virtute ardente
     Di luce il Mondo ornar mentre disciolto
     Da basse cure hà sol l’animo volto
     Là vè trattar d’arme, e di gloria sente.
Questi è Ranuccio del cui seme (dice
     La dotta Urania) in breve altri usciranno
     Magni Alessandri, ed altri Ottavi Augusti.
O fortunato Duce, ò te felice,
     I cui gran figli e trionfanti, e giusti
     Di novo il fren de l’Universo havranno.


SONETTO CII.


Q
Uì dove risplendèan Teatri, e Scene

D’argento, e d’or, quì dove trionfàro
     Heroi sì degni, il Villanello avaro
     Move l’aratro, e ’l gregge a pascer viene.


H               Dop-