Distese con la man tenera essangui
Sprezzando l’ira di Giunon gelosa.
Crebbe l’età, crebbe ’l valor con gli anni:
Onde quanto d’orribile la Terra
Havea; benche s’armasse ad aspra guerra
Spiegò invan contra lui d’orgoglio i vanni.
Le ’ngorde fauci à guisa d’antro aperse
(Memoria illustre de l’antica selva)
A l’iraconda generosa belva
Del cui vello indi gli homeri coperse.
Domò la Cerva, e ’l bosco d’Erimanto
Purgò da l’ira del Cinghiale ardente;
Non fù Acheloo di contrastar possente,
E ’nvan muggìo sotto ferino manto.
Gli stinfalidi augei traffisse; e ’l forte
Cacco, e ’l gran figlio de la Terra estinse,
E con la man, che tanti Mostri vinse
I triformi fratei condusse à morte.
Innanzi à i crudi altari uccise l’empio
Busiri; in cibo à’ propri suoi destrieri
Diè ’l crudo Trace; tolse i pregi alteri
Al Termodonte con heroico essempio.
Trasse lo stigio Cane al chiaro giorno
Di Pluto à scherno; le feconde teste
Del Drago sempre rinascenti, e ’nfeste
Per lui morir cinte di fiamma intorno.
Sotto la scorta sua Troia cadèo;
De’ ricchi pomi spogliò l’horto altero,
Che ’l vigile custode ancorche fiero
Vibrando fiamme al suo valor cedèo.
Perche posasse Atlante al fin soppose
Gli homeri al Ciel, dov’acquistò la fede