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Sol t’era questa fronte specchio, e solo
Questo seno prigion dolce, e gradita;
Ed hor crudel fuggi da me lontano.
Deh torna, e tempra il mi’ angoscioso duolo.
Tu, che sol darmi puoi soccorso, e vita,
Ch’ogn’altro aiuto è per me tardo, e vano.
All’Illustriss. & Eccellentiss. Sig.
D. ALESSANDRO D’ESTE
prima, che fosse Cardinale.
SONETTO XCI.
Generoso Alessandro altri colori
Tue rare doti, e se medesmo honori
Di te cantando, e ’l tuo valor dimostri.
Dica altri pur, che de l’invidia i Mostri
Vinti, nascono à te Palme, ed Allori,
Ch’à te largo destina i suoi tesori
Il Cielo; ond’ecco già le Mitre, e gli Ostri.
Che se da lunge io vò scorgendo il vero
Dirò, ch’andrai di sì gran fregi onusto,
Che sì alto non poggia human pensiero;
E s’egual la mercede al pregio altero
Haver dei, forse ancor fia spazio angusto
Del Mondo il giro al tuo devuto Impero.
SONETTO XCII.
Lontana respirar sentendo il core
Homai folle sperando ogni dolore,
Ogni amaro pensier porre in oblìo
Orgo- |