L’ôm, ch’à invìdia folleggia.
Che mal n’acquista grado.
Et suo non alza grado 15
Ma ’l bene altrui per suo tormento ellegge.
Ben può dir l’om folleggia
Et elli a null’à grado 16
Et a me pena grado 17;
Che chi mal fa mala natura ellegge 18.
Ira comprende l’ômo, e fal ferire
Et provocando lite ’l fa perverso
Rimando ne perverso 19
Non già si trova alcun bon punto ch’abbia.
L’ultimo fine suo è far ferire
L’omo in tal rete che non va per verso:
Certo dico: per verso 20
L’ôm che v’incappa stà in retrosa gabbia 21.
Non ha ’l tristo solazzo
Ne d’allegrezza cura;
Perde ’l tempo chi ’l cura
Che disperando sua consuma carne;
Bon fà frutto solazzo 22
Mà lui non move cura
Nulla compra è sicura
Del suo valer con lupin dando carne 23:
Avarizia se ’l prenda, ch’el’acorda 24
Che non spenda in quel che molto costa 25
Monta e discende costa 26
Stando affamato, amor non a ne fede 27