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Le venti Canzoni del Bonichi si sono stratte da un antico Codice Cartaceo della Biblioteca Reale di Parigi descritto dal Marsand alla pag. 135. del Vol. I. in occasione che di conserva cogli onorevoli miei amici Giuseppe Campi e dott. Pier Giacinto Zevacchini si studiavano i Codici della Divina Commedia posseduti da quel Gabinetto de’ Manoscritti. Due di esse furono date in luce dall’Allacci e ristampate poi con altre due in Roma nel 1642.