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XXXIV


(pur mio collega nella R. Commissione per li testi di lingua) pieno di prudenza, di acuto intelletto, di erudizione non ordinaria, amatore operoso di ogni bene della comune madre Italia: la quale dopo tanti moti e burrasche è prossima a trovare il suo piano, e della quale egli morì consolato d’aver benchè tardi veduta la tanti secoli e da tanti magnanimi e grandi uomini sospirata libertà con segni credibili di lunga e prosperosa fortuna. È perciò degno che la patria ricordi ed onori ad eccitamento degli studiosi, a rimprovero degl’infingardi gli uomini come lui che non riputarono vano trastullo di oziosi ma necessari strumenti di civiltà gli studj; ed è vie più degno ed onesto che lo ricordi con affetto cordiale la nostra piccola società, da lui vivendo onorati. Maggiormente che molti