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XXIX


vilissimo e perniciosissimo l’abbandonare la particolare natura della propria nazione sì nel modo di concepire come di esprimere e vestire il pensiero, principal fondamento di nazionalità1, trasse da’ mano-

  1. Non posso tenermi dal recar quì, come fo, alcune parole d’un chiaro e ragguardevol filosofo Siciliano; e perchè quì tornano molto acconce e perchè racchiudono una profonda e incontrastabile verità, «...... Se pietà ci muove del nome italiano, se non vogliamo in casa barbari peggiori che i discesi un tempo a battere colle lor mazze i monumenti e le mura delle nostre città, ognuno ricordi che la nazionalità de’ popoli sta più nel pensiero che ne’ confini geografici e nei governi; e che, ove sia perduta la nazionalità della mente, della favella, degli studj, è ludibrio la nazionalità de’ confini: la quale presto o tardi se ottenuta si perde, come per la prima nazionalità se già non posseduta si acquista.» (Delle attinenze tra il panteismo e il materialismo nella storia contemporanea della filosofia per Vincenzo di Giovanni. Napoli, stamperia del Fibreno, 1866).